Titolo: Ebook, qualcosa è cambiato
Autore: Andrea Fava
Editore: Baskerville (356 download)
Formato: PDF
Pagine: 220
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Si parla dei libri digitali da molti anni ma solo ora sembra che il mercato si stia aprendo. Cosa è cambiato?
Che effetto avranno gli ebook sull’industria editoriale? Sul modo di leggere? Sul nostro rapporto con i testi scritti?
L’asserzione contenuta nel titolo di questo volume può sembrare singolarmente prudente, e modesta, a fronte di tanta letteratura, sui temi dell’ebook e delle trasformazioni del mondo editoriale, nella quale ricorrono con una regolarità impressionante termini come rivoluzione e futuro, fine, inizio, destino. Alla pacatezza dell’asserzione iniziale, che ci parla di cambiamenti incrementali e non apocalittici, localizzati e non generali, e non sempre visibili, corrisponde, pagina dopo pagina, quella dell’argomentare. L’oggetto principale di questo libro non è un confronto tra il futuro dell’ebook e quello del libro su carta; e neppure un’analisi comparata delle caratteristiche di un medium tra i più radicati e insieme tra i più fondativi della nostra cultura, il Libro, e uno dei new media che si suppongono emergenti, sia pure dopo una lunga fase di stop and go, di false partenze e di lunghe attese. (…) Il libro di Andrea Fava è un libro di storia del presente. Perché una delle grandi sfide che l’ebook ci pone, al pari di quel che accade con You Tube e con iTunes, con i mutamenti incessanti del mondo dei videogame e con quel fenomeno oggetto da alcuni anni di teorizzazioni altisonanti quanto provvisorie ed effimere che sono i social network, è quella di prendere le misure del cambiamento in corso. Può sembrare che la vastità delle trasformazioni venga sminuita da una storia così attenta al dettaglio, che rischia di ridurre a cronaca minuta delle novità di portata radicale. Ma è vero il contrario. E’ vero che “qualcosa” continua a cambiare, che il mutar del libro richiede l’attenzione alle piccole e magari non pienamente consapevoli trasformazioni della tecnologia e dei mercati, delle regole professionali e delle ideologie che condizionano la produzione culturale. (dall’introduzione di Peppino Ortoleva)